Quando ci si rivolge ad un educatore cinofilo per risolvere un problema specifico o semplicemente per migliorare il proprio rapporto col cane nella gestione quotidiana, viene spontaneo porsi due domande.
Quanto tempo ci vorrà e che risultati posso ottenere?
Spesso viene risposto che non è possibile avere garanzie sull’esito di un percorso educativo e la sua durata poiché i fattori in gioco contraddistinguono ciascuna casistica in modo peculiare.
Senza dubbio il problema da risolvere, le modalità con cui si manifesta, la tipologia di cane, il suo bagaglio di esperienze, il peso emotivo con cui sono state marcate, la dimensione della relazione con il proprietario, il modello di attaccamento, lo stile di vita, inseme ad un variegato ventaglio di altri parametri costruiscono un quadro eterogeneo che è difficile da incasellare in categorie predefinite.
Tuttavia, disporre di strumenti in grado di valutare l’efficacia di un percorso educativo, così come di un programma di apprendimento o di una scheda di allenamento è una premessa fondamentale tanto per il proprietario quanto per il professionista.
Indipendentemente dal fatto che si lavori in ambito educativo, riabilitativo, sportivo o pedagogico, da ciò che si vuole ottenere e dalle scelte operative, è necessario adottare una metodologia strutturata in 3 fasi principali.
FASE 1: la valutazione
La prima fase prevede una valutazione di tipo qualitativo e una di tipo quantitativo.
La valutazione qualitativa si pone come obiettivo quello di stabilire l’approccio più idoneo, le tempistiche e le modalità di esecuzione sulla base delle caratteristiche individuali, fissando le coordinate di partenza e le traiettorie possibili.
Nel caso dell’educazione di un cucciolo, ad esempio, bisognerà prendere in esame la razza, le predisposizioni personali, il profilo emotivo, il contesto familiare, l’ambiente in cui è immerso e al quale dovrà adattarsi, etc.
Al termine della valutazione qualitativa verrà individuato l’approccio più idoneo da adottare in questo contesto.
La valutazione quantitativa ha lo scopo di dare una dimensione numerica alla situazione iniziale, misurando in termini oggettivi risposte, livelli di sensibilità, intensità di reazione, problematiche, punti di forza.
Nel caso di un problema di aggressività nei confronti delle persone, ad esempio, si andrà a misurare la frequenza dei comportamenti antagonisti, la distanza dallo stimolo, il numero e la tipologia di situazioni di innesco, etc.
Al termine della valutazione quantitativa si avrà un insieme di valori che permette di collocare il caso specifico all’interno di un quadro di riferimento che potrà indicare livello di socializzazione, pericolosità potenziale, competenza, facilità di gestione etc, a seconda dell’ambito esaminato.
In sintesi, la valutazione qualitativa afferisce al COSA, mentre quella quantitativa afferisce al QUANTO.
FASE 2: il programma
Nella seconda fase si passa alla costruzione del progetto.
Il primo passo consiste nell’individuare gli indicatori quantitativi attraverso i quali sarà possibile misurare i risultati durante l’intero percorso. Tali indicatori potranno essere la totalità o un sottoinsieme dei parametri utilizzati nell’analisi quantitativa, sulla base di un criterio di importanza e priorità.
Successivamente si procede alla definizione degli obiettivi, applicati agli indicatori selezionati.
Nel caso di un cane che rincorre le biciclette, ad esempio, si potrà utilizzare
come indicatore la distanza minima dal ciclista sotto la quale viene innescato il comportamento di predazione e, come risultato intermedio, si fisserà un valore più basso da raggiungere.
La definizione quantitativa di indicatori e obiettivi costituisce il banco di prova scientifico sul quale si andranno a misurare risultati e previsioni iniziali.
Definiti indicatori ed obiettivi si può procedere a considerare quali metodi operativi utilizzare (desensibilizzazione, rinforzo, punizione…), strutturare gli esercizi, scegliere i contesti di lavoro (in casa, in ambiente protetto, in luoghi pubblici, con o senza distrazioni…) e costruire un programma su scala temporale.
La fase di costruzione del progetto, dunque, afferisce al COME e IN QUANTO TEMPO.
FASE 3: verifica
Nella terza fase avviene la verifica dei risultati attraverso la misurazione degli indicatori individuati precedentemente e delle eventuali differenze rispetto agli obiettivi previsti.
La verifica dei risultati non va intesa come una pagella finale al termine dell’intero percorso, ma come un continuo processo di test da effettuare a intervalli regolari durante la programmazione, attraverso il quale poter apportare modifiche e aggiustamenti al progetto, mettendo in discussione, se necessario, le scelte iniziali.
E’ importante sottolineare che la metodologia di valutazione-costruzione-verifica non ha come scopo quello di catalogare modalità efficaci a tutto spettro o garantire certezza del risultato, ma quello di massimizzare l’accuratezza delle previsioni, applicando il metodo scientifico al percorso e conferendogli una predicibilità e una concretezza maggiore di quella ottenibile con la semplice intuizione, che potrebbe rivelarsi sbagliata e in ogni caso non è misurabile.
In conclusione, da proprietari, nel chiedere una consulenza cinofila, è corretto aspettarsi un piano di progetto chiaro, misurabile e formalizzato che risponda alle domande iniziali in termini di risultati possibili con un ragionevole grado di accuratezza.
Da professionisti è necessario applicare una metodologia sperimentale strutturata, attraverso la quale dare corpo ad un registro di casistiche che rendano statisticamente significative le risposte, e permettano di fare previsioni conoscendone il margine di errore.
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